Il crescente successo delle piattaforme italiane di lending immobiliare — sistemi che permettono ai privati di finanziare progetti immobiliari ricevendo in cambio interessi — ha sollevato diversi dubbi fiscali. In particolare, molti investitori si chiedono se i conti di pagamento esteri associati a queste piattaforme debbano essere dichiarati nel quadro RW del modello 730 o del modello Redditi.
Un lettore spiega di utilizzare una piattaforma italiana che effettua prestiti al settore immobiliare e di servirsi di un conto estero di appoggio, dove transitano soltanto i versamenti delle quote e gli accrediti degli interessi.
Il dubbio riguarda proprio la natura di questo conto: si tratta di un vero e proprio conto corrente estero o solo di un conto tecnico? E deve quindi essere dichiarato ai fini del monitoraggio fiscale?
Negli ultimi anni diversi istituti europei, soprattutto quelli digitali, hanno introdotto conti correnti e di deposito con Iban italiano, pur mantenendo la sede legale in un altro Paese dell’Unione europea. Una novità che ha semplificato la vita a molti risparmiatori, ma che ha anche sollevato dubbi su come gestire correttamente la tassazione e gli obblighi di monitoraggio fiscale.
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Cari lettori,
Possedere un conto all’estero comporta l’obbligo di monitorare e dichiarare gli interessi e i redditi generati. Tuttavia, può capitare di dimenticarsi di inserire tutte le informazioni necessarie nella dichiarazione dei redditi. Ma cosa succede se si dimenticano di dichiarare gli interessi di un conto estero? È possibile correggere l’errore? Vediamo come procedere.
Nella guide fiscali allegate a Conto in Svizzera spieghiamo come dichiarare i conti e gli investimenti all’estero (non solo in Svizzera), in particolare la compilazione dei quadri RW (monitoraggio fiscale e Ivafe), RM (interessi e dividendi), RT (plusvalenze). Per chi ha solo il conto corrente indichiamo anche la possibilità di non dichiarare, rimanendo sotto le soglie di legge. Su queste soglie e su altri dettagli però in Internet si leggono molte informazioni sbagliate che possono portare a gravi errori. Per es. non è detto che rimanendo sotto la soglia dei 5.000 euro di giacenza media non si debba dichiarare il conto, va fatta infatti una valutazione complessiva.
Dalle bozze della nuova manovra finanziaria sembra spuntare anche un aumento delle tasse sui conti e gli investimenti all’estero. Lo stesso Corriere della Sera riporta di un aumento dell’Ivafe dallo 0,2% allo 0,4%. Un raddoppio quindi. Ma quanto c’è di vero e preciso?