A tutti è nota la storia della cicala e la formica e la sua morale. Finisce l’estate e occorre prepararsi al cambiamento. Questo autunno per l’Italia sarà molto importante, e anche per i tuoi risparmi. Se non vuoi fare la fine della cicala, è opportuno prepararsi.
Già ad agosto si è discusso molto di spread in rialzo e di un ritorno alla situazione del 2011. I motivi sono noti: l’incertezza riguardo alla situazione economica e alla politica italiana. Incertezza che arriverà al dunque da settembre, quando verrà presentata la prima bozza della legge di Stabilità e partirà la trattativa con la commissione europea su quanto e se l’Italia possa sforare dai vincoli europei.
Non c’è però solo la finanziaria 2018. Si avvicinano i responsi delle Agenzie di Rating. Il 31 agosto è atteso il pronunciamento di Fitch sul rating dell’Italia, il 7 settembre era la volta di Moody’s che però ha posticipato il giudizio a ottobre in modo da valutare anche l’impatto della legge finanziaria.
Piaccia o no, il giudizio delle società di rating è fondamentale per stabilire il comportamento degli investitori internazionali. Un downgrade del rating italiano farebbe impennare lo spread, un calo sotto il livello investment grade comporterebbe per i grandi investitori istituzionali come i fondi di investimento e pensione (anche italiani) il divieto di acquistare titoli di stato italiani. Una situazione molto pericolosa, in pratica infatti non ci sarebbe più nessuno ad acquistare i Btp e Bot, inclusi quelli di nuova emissione che rischierebbero di rimanere invenduti creando tensioni di liquidità per lo Stato.
Già i grandi investitori esteri stanno vendendo i Btp. In base ai dati della Banca d’Italia, tra maggio e giugno l’esposizione degli investitori esteri in titoli di stato itlaiani si è ridotta di ben 58 miliardi di euro. E dall’andamento dello spread è palese che il trend sia continuato fino ad agosto.
La stampa finanziaria internazionale parla già di crisi Italia: vedi Bloomberg che stima uno spread a 470 e Wall Street Journal che preconizza che dal nostro paese verrà il vero rischio per l’euro.
In un sondaggio di BofA Merrill Lynch è stato chiesto ad un campione di banche d’affari e gestori obbligazionari: “A quale livello di spread comprereste BTp?”. La risposta più frequente (27{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce}) è stata 300 punti (ora balliamo tra 280-300) ma un buon 45{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} degli intervistati ha dichiarato, o di non avere intenzione di comprare titoli italiani perché troppo volatili (20{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} degli intervistati), o di poterlo fare solo con livelli di spread tra i 350 (11{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce}) e i 400 punti base (14{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce}).
Una situazione quindi molto preoccupante se si considera che in prospettiva calerà anche il contributo della Bce con la fine del Quantitative Easing (da settembre saranno dimezzati gli acquisti di nuovi titoli, poi da gennaio ci sarà lo stop).
Anche le banche e le assicurazioni italiane possono far poco, anzi il rischio è che anche se solide e redditizie, siano trascinate in perdita. L’aumento dei tassi infatti comporta per loro una svalutazione dei titoli in portafoglio che incide negativamente sugli indici di solidità (di cui si è molto parlato in passato quando si sono obbligate molte banche italiane ad effettuare aumenti di capitale). Anche la più solida e grande tra le banche nazionale, Intesa Sanpaolo, ha annunciato con l’ultima semestrale che l’aumento dello spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi ha già eroso il capitale di prima qualità (Core Tier 1) di 35 punti base.
Il rischio che la speculazione si riabbatta sul paese è quindi concreto (già ora di fatto lo si vede: i titoli italiani offrono rendimenti di molto superiore anche ai titoli spagnoli e portoghesi). E’ tempo quindi di fare la formica e prepararsi. Ripetiamo il nostro mantra: non serve che tu abbia già i soldi al sicuro, ma che tu sia pronto a farlo in caso di necessità. Se vuoi sapere come fare, trovi la risposta nella nostra guida.
Buongiorno: una domanda rapida.
Se l’Italia uscisse dall’ Euro, eventualità ormai tutt’altro che remota, non esiste la possibilità che anche un conto in Svizzera in CHF, di un Italiano residente in Italia, possa subire una conversione forzosa in lire?
Grazie, fin d’ora, per ogni risposta utile che potrete darmi.
Massimo.
No, impossibile. Ci potrebbe esser un rischio se il conto è in euro e l’euro sparisse, allora la banca dovrebbe decidere come convertirlo.
Ma parliamo di rischi remoti, visto che anche con l’eventuale uscita dell’Italia, l’Euro rimarrebbe e anche i conti degli italiani rimarrebbero in tale valuta.
Sono spagnola residente in Italia devo pagare tasse speciale se ho un conto in Svizera
Se risiede in Italia paga solo le tasse italiane, descritte nella guida.
ma se anche lo stato italiano non può mettere le mani “direttamente” in un conto svizzero (stile prelievo forzoso del governo Amato, per intenderci) non cambia nulla perchè ti manda una bella cartella esattoriale ed il gioco è fatto!!!