Come proteggersi da patrimoniali in Italia

rischio patrimoniale italiaUn mese fa abbiamo pubblicato un articolo sul ritorno del rischio patrimoniale in Italia. Lo abbiamo fatto sull’onda di due interventi di organizzazioni illustri come l’Ocse e il FMI, che per ragioni di equità o sostenibilità del debito, caldeggiavano questa soluzione per l’Italia.

L’attuale situazione economica e politica italiana riporta alta l’attenzione sul tema.  Lo stallo e il rischio politico è sotto gli occhi di tutti. Ma spesso si sottovaluta la situazione economica. Lo abbiamo ripetuto più volte, i numeri dell’Italia di oggi sono peggiori del 2011 e solo l’intervento della BCE, ormai a termine (il Quantitative Easing dovrebbe terminare quest’anno, Draghi sarà sostituito nel 2019 da un governatore probabilmente “nordico”), ha tenuto buoni i mercati e i falchi all’interno della UE.

Negli anni pre crisi l’Italia cresceva sempre meno dell’Europa di mezzo punto. Oggi il gap si è allargato. Ma è ancor più preoccupante che negli ultimi anni l’Italia non sia riuscita, nonostante condizioni congiunturali favorevolissime ed irripetibili, a ridurre il debito e i suoi problemi economici e sociali che la colpiscono. L’era del petrolio e dei tassi di interesse al minimo storico sta per finire. Per l’Italia si tradurranno in più inflazione (importata, quindi non positiva perché non deriva da un aumento dei salari), più costi per le imprese, più interessi per lo Stato.

Sul tema patrimoniale ci sono stati richiesti alcuni approfondimenti e suggerimenti, che cercheremo di dare in questo articolo. Partiamo vagliando le varie opzioni a disposizione.

Materasso o cassette custodia

Alcuni propendono per il vecchio materasso (ovviamente da intendere in senso lato, vale a dire tenere i soldi nascosti in casa) . Ma è una soluzione di breve termine e per poche migliaia di euro. E’ infatti evidente il rischio furto (tema molto sentito oggi) oltre al rischio danni, incendio, perdite etc.

Alto poi il rischio che i soldi restino dimenticati nel nascondiglio in eterno se non si condivide l’informazione con tutte le persone interessate (d’altronde, più persone sanno, maggiori sono i rischi).

Si potrebbe pensare di mantenere le somme presso le cassette di custodia in banca. Ma oggi queste sono monitorate, ogni accesso è registrato e può far scattare allarmi antiriciclaggio. Oltre al fatto che i depositi possono essere non o solo parzialmente assicurati. Un’alternativa sono le cassette di custodia all’estero, specie quelle in Svizzera (nella guida troverai un capitolo dedicato sia a quelle bancarie che a quelle proposte da società non finanziarie).

 

Diamanti e oro

Un’alternativa è l’investimento nei classici beni rifugio, come oro e diamanti. Due beni che hanno il valore aggiunto di esser riconosciuti ovunque e salvaguardare il capitale da situazioni di crisi. Oltre al fatto di avere un valore intrinseco molto alto in rapporto alle dimensioni, agevolandone quindi la detenzione.

Occorre però ricordare che l’oro di fatto è tracciato (oltre che tassato essendo considerato un investimento).  Inoltre è complicato detenere grosse somme in oro. Il diamante invece ha un valore in proporzione alle dimensioni nettamente maggiore, è quindi più facile da nascondere e trasferire. Non a caso è stato il bene storicamente più utilizzato dagli ebrei. E’ comunque un bene che richiede un minimo di conoscenze per evitare fregature (come quelle di chi lo ha acquistato in banca), se sei interessato puoi legger la guida Investire in Diamanti di Mirko Quaranta.

Si tratta comunque di una soluzione di lungo termine e adatta solo ad una quota minoritaria del tuo portafoglio finanziario. Non si può infatti pensare di immobilizzare grandi somme (rispetto al patrimonio) in diamanti o oro.

 

Conto in valuta estera

Un conto in valuta estera (es. dollari o franchi svizzeri) può chiaramente essere una protezione nel caso si tema un’uscita dall’euro dell’Italia. In tal caso infatti gli euro sarebbero convertiti in moneta nazionale, con conseguente svalutazione. Detenere valuta estera, specie se forte come il franco, potrebbe invece persino farti guadagnare.

Ma dove detenere la valuta estera? Se la teniamo in casa o in cassette di custodia si ripropone il problema di cui sopra. Se è depositata in una banca italiana, non ci tutela dal rischio di fallimento della banca (inoltre alti depositi di valuta estera in banca comportano la tassazione dell’eventuali plusvalenze sul cambio) o da nuove imposte.

Come massima tutela, si potrebbe aprire un conto corrente in valuta estera, ma presso una banca fuori dall’Italia,  opzione che svilupperemo nel prossimo punto.

 

Conto all’estero

La soluzione da noi prospettata è ovviamente quella di un Conto in Svizzera.

Partiamo da ciò che è successo o è stato dichiarato in passato. Non è detto valga per il futuro, ma almeno è un punto di partenza non completamente teorico.

  1. Nel 1992 la manovra Amato ha colpito solo i c/c degli italiani presso banche italiane. Lo stesso è successo in Argentina e più recentemente a Cipro. Solo i conti nazionali sono stati bloccati e/o soggetti ad eventuali tassazioni/bail in.
  2. Diversi esponenti tedeschi, sia politici che della banca centrale, hanno dichiarato che in caso di uscita dall’euro, avrebbero rimborsato i conti correnti tedeschi di residenti esteri nella valuta del paese di residenza. Lo stesso potrebbe valere per gli altri paesi comunitari.

Il punto 2 già chiarisce come un conto in Svizzera sia una soluzione preferibile rispetto ad un conto in un paese dell’Unione Europea. Senza contare che ovviamente il sistema politico e bancario svizzero è meno permissivo rispetto agli altri paesi comunitari di fronte a leggi o giudici italiani (basti pensare a rogatorie o blocco conti di stranieri).

Tassazione conti correnti esteroE’ comunque chiaro che, anche alla luce dei trattati di scambio di informazioni, in caso di un aumento del bollo (Ivafe su conti e titoli) o della ritenuta fiscale sugli investimenti finanziari, anche il conto in Svizzera non è in grado di proteggerci.

La storia però ci insegna, come nel caso Amato o di Cipro, che spesso le situazioni di emergenza esplodono improvvisamente e si traducono in provvedimenti di urgenza. E nell’urgenza, si colpiscono solo i conti e le banche nazionali, perché non si può fare altrimenti.  Il conto in Svizzera può quindi proteggerti dal blocco dei conti (con blocco o limitazioni dei prelievi) o da tassazioni stile prelievo forzoso di Amato o la tassazione di Cipro.

Se l’Italia rischia il default o esce dall’euro, si bloccherebbe subito l’esportazione di capitali, al peggio per convertirla in lire o moneta nazionale.  La storia ci insegna che greci, argentini e ciprioti che avevano il conto in Svizzera o a Miami si sono salvati senza patemi d’animo.

Ma non serve un evento così drastico (ma non impossibile). Basta il rischio fallimento del sistema bancario nazionale che richieda il salvataggio da parte dello Stato. Non a caso, nei primi 3 mesi del 2018, sono usciti da Cipro ben 2,5 miliardi di euro, una fuga di capitali di chi ha visto nel recente passato i suoi conti bloccati e ha imparato come evitarlo.  E la corsa all’uscita è in accelerazione a causa del rischio di fallimento di Coop Bank, la seconda banca dell’isola.

Riprendo dall’articolo del Sole 24 Ore del 2013: “il coinvolgimento delle famiglie nel salvataggio cipriota, che passa anche dal prelievo forzoso sui depositi bancari dell’isola e da un contributo degli obbligazionisti non privilegiati: un terremoto che ha già provocato una corsa ai bancomat. I ciprioti – per salvare il loro centro finanziario ipertrofico pari a 152 miliardi di asset bancari, cioè l’835{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} del Pil del 2011 secondo l’Fmi – vareranno in Parlamento una tassa una tantum del 9,90{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} sui depositi superiori a 100 mila euro, e del 6,75{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} per i depositi inferiori a questo ammontare”.

 

Ci sono quindi vari livelli di tutela. E’ comunque un fatto che finora, nei casi recenti (Argentina, Cipro, Grecia), l’urgenza degli eventi a portato a colpire solo i correntisti nazionali. Ripetiamo: non crediamo al momento ci siano seri rischi, anche se spesso restiamo sconcertati e stupiti di fronte ad una situazione confusa e interminabile  che sembra ripetersi senza una via d’uscita (non solo a causa dell’Italia, ma anche della UE e degli altri paesi comunitari).

Comunque la si pensi, il problema esiste e salvo tu riesca a risiedere fiscalmente fuori dall’Italia portando tutto con te (e anche qui dipende da che paese, un conto in Portogallo o in Spagna o in qualche luogo esotico non è poi così tanto sicuro), avere un conto in Svizzera (magari anche uno in euro e uno in franchi) è la migliore assicurazione per esser pronti, in caso di bisogno, a spostare velocemente almeno parte dei tuoi capitali. Nella guida Conto in Svizzera troverai tutto ciò che ti serve sapere in proposito per non perder tempo.

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7 commenti su “Come proteggersi da patrimoniali in Italia”

  1. Buona sera,
    in caso si prospettassero gli scenari sopra descritti, quali sarebbero i segnali inequivocabili che è arrivato il momento per fare il bonifico sul conto in Svizzera ed eventualmente il successivo trasferimento sul conto in Franchi?

    Grazie

    • In una situazione simile al 2011 per es., con forti tensioni e spread alle stelle, è il momento di trasferir soldi. Solitamente infatti queste manovre sono fatte nei fine settimana (come fu con Amato o Cipro). Ovvio però che tutto si può far velocemente, basta un giorno, solo se prima si è già aperto il conto. Ricordo che anche il pensare di correre in banca a prelevare non sarebbe una soluzione. Salvo cifre limitate, difficile farlo in un giorno (oltre al rischio rapina).

  2. salve ma se l’Italia decidesse di fare un prelievo forzoso nei confronti anche di detiene regolarmente (con quadro RW) un conto in svizzera.. certo il prelievo non sarebbe automatico ma ci sarebbe comunque…

    • in caso di prelievo forzoso l’urgenza prevale. Per cui, come accaduto in Grecia, i colpiti sarebbero solo (o molto più facilmente) i detentori di conti nazionali. Difficile pensare ad un meccanismo di prelievo ad una specifica data a sorpresa. Al massimo per i conti all’estero possono fissare una data futura (es. fine anno), ma a quel punto non è più un prelievo a sorpresa, per cui uno si regola.

  3. La soluzione piu semplice e veloce è di fare assegni circolari di taglio piccolo intestati a se stessi e di metterli in una cassetta di sicurezza. Se servono liquidi si va in cassetta, se ne prende uno e lo si cambia in banca. Tra l’altro costa di meno che tenere i soldi sul conto corrente.

    • Si tratta di un movimento tracciato e di un vecchio trucco. Il legislatore lo conosce e può benissimo imporre un’imposta stile Amato anche agli assegni già emessi e non ancora incassati.

  4. Be sono delle rapine legalizzate in questo modo l oro si arrichiscono e noi se non moriremo di corona virus ci faranno morire di fame

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