I rischi nascosti per il risparmiatore italiano nel dopo elezioni

rischio patrimoniale italiaPrendendo spunto da un recente articolo apparso sulla stampa economica italiana a firma di un noto banchiere, sintetizziamo le sue conclusioni in quanto ci troviamo, dal nostro punto di vista extra italiano, pienamente d’accordo.

Alcuni si stupiscono che, nonostante l’esito elettorale, non ci siano al momento apparenti ripercussioni finanziarie sull’Italia. Qualcuno sostiene che il risultato elettorale era già scontato. In parte è vero, ma l’esito delle elezioni italiane è stato giudicato dagli analisti finanziari peggiore rispetto alle attese. I mercati infatti si aspettavano un buon risultato delle forze antieuropee, così come la difficoltà nel creare un esecutivo. Ma non in queste proporzioni, in particolare si credeva e sperava in un governo almeno di transizione pescando da qualche deputato nelle minoranze.

Non è però questa la sede per discutere dei problemi nella formazione di un governo italiano, ma degli effetti finanziari che in realtà già si sono manifestati sul mercato.

Lo spread

Dal 2011 l’indicatore a cui tutti guardano per capire se ci sono tensioni di mercato è lo “spread”. Ormai tutti sanno di che si tratta o quanto meno ne capiscono la portata negativa di un suo ampliamento. Ma tutti guardano al solo  spread inteso come differenza di rendimento dei titoli di Stato decennali tedeschi rispetto a quelli italiani, che in effetti negli ultimi giorni si è mosso poco anche grazie al controllo della Bce.

Forse però è il caso di guardare oltre, in particolare all’andamento del differenziale di rendimento fra i titoli di Stato spagnoli e quelli italiani. Se lo spread con la Germania ha sostanzialmente tenuto, quello verso la Spagna dal dopo elezioni è salito di oltre mezzo punto percentuale. Una cifra considerevole con gli attuali tassi, a maggior ragione che anche la Spagna ha i suoi problemi, economici e politici.

In pratica il mercato ha chiaramente puntato sull’Italia come anello debole dell’Europa. E non solo riferendosi allo Stato, al debito pubblico e quindi ai titoli di Stato.

Le banche italiane

Un altro parametro per avere il termometro del giudizio del mercato è l’andamento di alcune banche italiane. Banche che potrebbero essere condizionate non solo dal rischio paese, dal fatto di aver in portafoglio una grossa quota di Btp e titoli italiani. Ma anche e forse soprattutto dal rischio di credito.

Le banche italiane infatti continuano ad avere grosse masse di crediti deteriorati, ma anche di crediti attualmente in bonis che potrebbero diventare presto deteriorati se un nuovo governo di transizione approvasse nuove norme a protezione dei debitori a scapito dei creditori. Basta guardare all’andamento di Mps, solo per citarne una su tutte.

I rischi per il risparmiatore italiano

Il rischio per il risparmiatore italiano è quello di sottovalutare il rischio stesso. Questa apparente tranquillità (che in realtà, come visto, non è proprio tale) potrebbe velocemente mutare non appena giungeranno le scadenze finanziarie a cui l’Italia deve rispondere.

Solo pochi giorni fa l’Ue ha rivisto il debito italiano alla luce del costo del salvataggio delle banche venete. Sono miliardi di manovra correttiva da aggiungersi ai 3-4 miliardi che erano già previsti da fare a maggio. A questo si deve aggiungere l’intervento per scongiurare il previsto aumento dell’Iva che, qualora partisse, chiaramente influirebbe negtivamente sui consumi e quindi sul Pil italiano. Stiamo parlando di oltre 30 miliardi di euro di manovra correttiva (non quella tradizionale di fine anno che dovrà ancora arrivare) che si troverà sul tavolo l’eventuale nuovo governo.

Qualcuno in Italia sostiene che si possa fare la voce grossa e ribattere all’Europa finanziando tutto a deficit. Una visione miope di chi sta dentro, ma dal di fuori è chiaro che l’Italia non può permettersi nulla perché non ha nessuna carta in mano, né economica né politica. I paesi nordici non possono politicamente permettersi di trovare accordi al ribasso che scontenterebbero i loro elettorati alimentando il malcontento sui parassiti europei e quindi i partiti populisti di estrema destra. Ma anche economicamente, l’Italia non può giocarsi nulla con il suo alto debito perché qualsiasi manovra le si ritorcerebbe contro (e contro ovviamente i suoi cittadini).

Un governo che punti ad aumentare il deficit sarebbe visto come la solita irresponsabilità politica e finanziaria italiana, e convincerebbe subito i mercati a disinvestire dal paese. Risultato: aumento dello spread (proprio mentre la Bce allenta la sua manovra e Draghi è ormai più debole essendo in scadenza di mandato) e tensioni sulle banche italiane.

Qualcuno forse dimentica la fine che ha fatto la Grecia dopo le elezioni che hanno visto vincente il partito antiglobal di Syriza. Un partito persino più estremista di quelli italiani, ma nel giro di un paio di mesi il leader Tsipras è diventato più europeista di Macron e Merkel applicando alla lettera tutte le dure manovre finanziarie imposte dalla commissione europea.

Qualcuno d’altra parte sostiene che l’Italia è troppo grande per fallire. Ritornando all’esempio, pure la Grecia non è stata fatta fallire. E per l’Italia il periodo è persino peggiore, perché in Germania e in altri paesi europei la situazione politica è più estrema, con i falchi più forti. In Germania per esempio non verrebbe tollerato un aiuto (“con i soldi tedeschi”) di alcun tipo. E come hanno già esplicitamente dichiarato molti politici tedeschi, l’Italia si può salvare per es. con un taglio dei Btp (a danno per lo più dei risparmiatori italiani che li detengono, direttamente o indirettamente tramite polizze, fondi e le stesse azioni di banche e assicurazioni) e un colpo al grande patrimonio finanziario detenuto dagli italiani.

Meglio quindi evitare illusioni e non sottovalutare i rischi. Per l’Italia non c’è una via d’uscita comoda. La situazione dei conti e del Pil di oggi è pure peggiore di quella del 2011. Ci sono però vie d’uscita per i risparmiatori italiani. Per questo consigliamo un conto in Svizzera, non più o non solo come tutela dal fisco italiano, ma soprattutto dalla politica e dalla drammatica situazione del paese. Gli ultimi anni ci hanno insegnato come le cose cambiano in fretta, non farti trovare impreparato. Basta avere un conto aperto in Svizzera, anche se vuoto, per spostare il patrimonio in pochi click.

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4 commenti su “I rischi nascosti per il risparmiatore italiano nel dopo elezioni”

  1. Vorrei aprire un conto in Svizzera, ho compilato alcuni form di alcune banche, ma nessuno mi risponde!!! Come devo fare?.Loredana

    • non le risponderanno se compila a caso i form online. Nella nostra guida può trovare tutte le indicazioni.

  2. Quali banche svizzere e/o corrispondenti
    sono contattabili in Liguria ? Per quanto
    possibile vorrei evitare viaggio in Svizzera
    ed operare da Sanremo.
    Grazie

    • a parte qualche banca particolare che opera online, indicata nella guida, per il resto è richiesto di andare in Svizzera (basta una volta se si seguono le semplici indicazioni della guida).

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