Accordo fiscale Italia Svizzera

Il 23 febbraio 2015, come ampiamente riportato dai giornali italiani, è stato definitivamente siglato l’accordo fiscale Italia – Svizzera.
Questo accordo si innesta in un quadro internazionale che, causa la crisi economica, è teso a contrastare l’evasione fiscale. In realtà però, come vedremo in dettaglio, l’accordo ha limiti ben precisi.

Gli accordi internazionali

A livello internazionale due sono gli accordi più importanti. Il Fatca americano che riguarda i cittadini statunitensi e di converso gli stranieri con capitali negli Usa. Ma soprattutto l’accordo in sede Ocse, Crs (Common Reporting Standard), a cui hanno aderito circa 100 paesi, tra cui tutti i paesi UE e la Svizzera.

Questo accordo entrerà in vigore nel 2017. E’ quello più importante perché prevede un vero scambio automatico di informazioni relative a capitali e investimenti detenuti da uno straniero in una banca o finanziaria di un altro Stato.

L’accordo Italia – Svizzera quindi si colloca in questo solco. La firma è stata semplicemente accelerata in virtù dell’approvazione della legge relativa alla Voluntary Disclosure, legge per la regolarizzazione dei capitali detenuti all’estero che concede maggiori sconti in caso di capitali detenuti presso un paese Black List (come la Svizzera) che ha siglato un accordo fiscale entro il 2 marzo 2015. Ma le notizie enfaticamente riportate dai giornali non hanno chiarito bene il contenuto di questi accordi.

L’accordo prevede lo scambio di informazioni su tutte le imposte di qualsiasi natura e denominazione senza possibilità di vedersi opporre il segreto bancario dalle banche elvetiche. Altra importante novità: la richiesta potrà essere fatta direttamente dall’Agenzia delle Entrate, non solo come ora da un giudice tramite lo strumento della rogatoria internazionale.

Operatività dell’accordo

accordo fiscale italia svizzera

Dalla lettura dei giornali sembra che l’accordo sia già operativo. Di fatto però occorrerà la ratifica sia del Parlamento italiano che di quello svizzero. E visto che in Svizzera bisogna coinvolgere sia i rappresentanti confederali sia quelli cantonali, verosimilmente si dovrà attendere un anno e mezzo o due. Lo scambio dei dati per l’accordo fiscale Italia – Svizzera sarà quindi realisticamente operativo nel 2017, quando entrerà all’opera anche quello Ocse.

Mentre in base all’accordo Ocse lo scambio di dati sarà automatico, nel caso dell’accordo bilaterale lo scambio di informazioni sarà su esplicita richiesta delle autorità italiane, richiesta che dovrà indicare i nominativi e le motivazioni. Quindi uno scambio dati molto meno efficace visto che non si potranno fare richieste a caso, ma circostanziate sulla base di sospetti fondati da precedenti accertamenti. Anche se l’accordo bilaterale Italia-Svizzera avrà un raggio d’applicazione più ampio del Crs secondo lo standard Ocse (l’agenzia delle Entrate potrà infatti chiedere informazioni alla controparte elvetica non solo riguardo ai redditi di natura finanziaria ma a tutti i tipi di reddito) di fatto per ora cambia ben poco.

Altro elemento importante è la non retroattività per gli accertamenti del Fisco su eventi e circostanze antecedenti la firma dell’accordo e dunque prima del 23 febbraio 2015 (per una regola legale svizzera, infatti, i trattati non possono mai avere efficacia retroattiva).

In conclusione si tratta di un accordo non retroattivo rispetto alla data della firma, che entrerà effettivamente in vigore almeno tra un anno e mezzo, e che presuppone uno scambio di informazioni solo su richiesta, quindi poco efficace e solo a fronte di fondati motivi. Nell’aggiornamento della Guida 2015 da poco pubblicato, spieghiamo meglio tutti questi elementi.

Comunque, per chi ha dichiarato il conto in Svizzera, seguendo le istruzioni della nostra Guida, non ci sarà alcun problema. Diventa invece fondamentale per chi non l’ha fatto sapere come dichiarare i capitali detenuti al 31-12-2014. Per questo puoi acquistare la Guida Conto in Svizzera consultando le due guide fiscali relative alla dichiarazione dei redditi e dell’Ivafe. Visto le numerose richieste abbiamo anche, con il supporto di un esperto, pubblicato una guida sulla procedura della Voluntary Disclosure.

Puoi acquistare la Guida Conto in Svizzera (27 euro) che contiene le istruzioni dettagliate per aprire un conto in Svizzera, le proposte delle migliori e più sicure banche svizzere, le modalità per dichiarare al Fisco capitali e investimenti all’estero (ricordo che la parte fiscale vale non solo per i conti in Svizzera, ma per i conti e capitali all’estero in generale).

Ricordo che è possibile pagare anche tramite bonifico, scrivi a info@contoinsvizzera.com per le coordinate bancarie.

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2 commenti su “Accordo fiscale Italia Svizzera”

  1. Buongiorno,
    io sono abbonato alla vostra guida, ma non ho ancora ricevuto l’edizione 2015, come posso fare per averla?
    Grazie e saluti
    Moreno Marco Marchesin

    • Buongiorno Moreno, forse non ti è arrivata la mail sulla pubblicazione dell’aggiornamento. In ogni caso ti ho risposto via mail con le nuove utenze di accesso.

I commenti sono chiusi.