Il crescente successo delle piattaforme italiane di lending immobiliare — sistemi che permettono ai privati di finanziare progetti immobiliari ricevendo in cambio interessi — ha sollevato diversi dubbi fiscali. In particolare, molti investitori si chiedono se i conti di pagamento esteri associati a queste piattaforme debbano essere dichiarati nel quadro RW del modello 730 o del modello Redditi.
Un lettore spiega di utilizzare una piattaforma italiana che effettua prestiti al settore immobiliare e di servirsi di un conto estero di appoggio, dove transitano soltanto i versamenti delle quote e gli accrediti degli interessi.
Il dubbio riguarda proprio la natura di questo conto: si tratta di un vero e proprio conto corrente estero o solo di un conto tecnico? E deve quindi essere dichiarato ai fini del monitoraggio fiscale?
Cosa dice la risoluzione 56/E/2020
La risoluzione 56/E del 2020 dell’Agenzia delle Entrate affronta il tema in modo esplicito. Il conto di pagamento collegato alla piattaforma di investimento è definito un conto tecnico di transito, non assimilabile a un conto corrente bancario.
Serve unicamente per gestire i flussi in entrata e in uscita tra l’investitore e la piattaforma, non genera redditi propri né costituisce uno strumento di investimento.
Di conseguenza, questi conti non sono soggetti all’Ivafe, l’imposta sulle attività finanziarie detenute all’estero. In molti casi, infatti, il conto è intestato in forma omnibus all’intermediario estero, che apre sub-conti interni per ciascun investitore, a conferma del suo ruolo meramente tecnico.
Il nodo del quadro RW
Resta tuttavia la questione del monitoraggio fiscale. La risoluzione 56/E/2020 non chiarisce espressamente se tali conti debbano essere indicati nel quadro RW.
Secondo gli esperti, considerato che l’Agenzia delle Entrate tende ad applicare un’interpretazione estensiva degli obblighi di monitoraggio, appare prudente includere il conto nella dichiarazione, anche se non produce redditi e non è soggetto a Ivafe.
Come spiega l’interpretazione prevalente, “in via precauzionale, pur in assenza di un chiarimento ufficiale, è preferibile provvedere alla dichiarazione del conto di pagamento nel quadro RW, ai soli fini del monitoraggio fiscale”.
In sintesi
- I conti di pagamento esteri collegati a piattaforme di investimento non pagano Ivafe perché non sono strumenti finanziari.
- Tuttavia, è consigliabile dichiararli nel quadro RW per evitare contestazioni in caso di controlli.
- L’indicazione nel quadro RW ha solo valore informativo: non comporta imposte aggiuntive.
In pratica, chi investe attraverso piattaforme fintech con conti di appoggio esteri può stare tranquillo dal punto di vista impositivo, ma è opportuno mantenere la massima trasparenza con l’amministrazione fiscale per non incorrere in sanzioni formali. Trovi ulteriori chiarimenti nelle guide fiscali conto estero.