La caduta del governo è un rischio per i tuoi soldi?

Puntualmente ad ogni crisi politica o finanziaria il nostro blog riceve un aumento delle visite e ovviamente aumentano anche le vendite della guida Conto in Svizzera.  Possiamo infatti ormai vedere le visite al nostro sito per capire cosa succede in Italia. La recente crisi politica con la caduta del governo ha riportato in auge il tema dello spread e soprattutto della sicurezza dei risparmi. Pertanto molti italiani sono tornati a cercare soluzioni e il Conto in Svizzera è ovviamente un classico.

Ci sentiamo comunque di tranquillizzare quelli che ci hanno chiesto se è opportuno spostare il grosso dei risparmi. Per ora non ci sembra il caso di generare allarmismi eccessivi. Ma ci sono alcuni punti che ci sentiamo di evidenziare.

Non sappiamo ovviamente quali saranno le svolte nel governo. E’ sempre complicato capire la politica ma ammettiamo che per noi è ancora più difficile seguire quella italiana dove oggi si parla di ipotesi di governo sostenuto da partiti che fino a pochi giorni  prima si insultavano pesantemente. Questa ipotesi anzi risulta oggi di gran lunga la più probabile. Qualsiasi cosa accada, elezioni o nuovo governo, non crediamo che sia il vero problema per i tuoi risparmi. Anche la finanziaria o la questione Iva sono eccessivamente enfatizzate dalla stampa italiana, mentre sono due ostacoli che qualsiasi governo può affrontare.

Rischio tasse e patrimoniali

Il tema semmai è come. Un primo rischio è ovviamente che si ricorra a prender soldi dove ci sono e si sa che gli italiani hanno molti risparmi privati. Improbabile una patrimoniale una tantum, ma (soprattutto con un certo tipo di governo più portato ad enfatizzare la retorica delle rendite finanziarie)  non è da escludersi un aumento della tassazione sugli investimenti, sia l’imposta sostitutiva del 26{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} sia l’imposta di bollo dello 0,2{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce}. Magari demagogicamente creando delle specie di scaglioni che consentano di non toccare chi ha meno di una certa soglia di patrimonio.

Altro tema all’ordine del giorno, che periodicamente ritorna, potrebbe esser una forte revisione dell’imposta di successione. Anche qui è un tema impopolare, ma sfruttando sempre le soglie minime che come amano dire i politici “tutelino le fasce deboli”, potrebbe passare.  Inoltre la tassa di successione italiana è effettivamente bassa rispetto agli altri paesi occidentali. Sarà quindi più semplice propagandarla come segno di equità, dimenticando di citare che però negli altri paesi le tasse in generale e quelle sugli investimenti nello specifico sono molto più basse (non esiste per esempio l’imposta di bollo che è a tutti gli effetti una mini patrimoniale sulla ricchezza finanziaria). E’ un rischio di cui devi tener conto.

La recessione

Oltre al rischio tasse, si fa spesso riferimento in Italia al rischio politico di crisi del debito con insolvenza sui Btp e tutte le conseguenze del caso. Anche se la situazione non è certamente rosea, anche questo tema viene spesso troppo enfatizzato citando a sproposito lo spread. Al momento è molto improbabile una crisi finanziaria italiana, specie con la Bce. In Italia si esalta molto il governo Monti, ma la realtà dei numeri ci dice che lo spread Btp-Bund è rimasto alto fino all’intervento della Bce. E non è un caso che anche ora, nonostante la crisi politica e una crescita economica asfittica sia in Italia che in Europa, i rendimenti del Btp siano bassi, anzi bassissimi. Non capiamo perché i giornali italiani non lo sottolineino ma oggi il rendimento del Btp a 10 anni è vicino al minimo storico. Perché? Ma semplicemente perché Draghi ha annunciato nuovi interventi monetari. Questo ti dovrebbe far capire cosa conta veramente sui mercati.  La politica nazionale certamente viene considerata, ma oggi sono due i criteri guida dei mercati finanziari: la politica commerciale di Trump (leggasi dazi) e le manovre delle banche centrali Ue e Usa.

Qual è il vero rischio per l’Italia quindi? Ce lo insegna proprio l’esperienza del governo Monti, governo che fece alcune cose buone ma alcune insensate come ammazzare la domanda interna e bloccare uno dei settori cardini per un’economia, l’edilizia.  Nonostante la forte riduzione della spesa pubblica il rapporto deficit/Pil aumentò (e non solo a causa dei maggiori interessi pagati sul debito). Il motivo? Semplice, il rapporto ha un denominatore, il Pil. Se il governo Monti fece bene in parte sulla riduzione della spesa (e quindi sul numeratore) fece malissimo per l’economia italiana (il denominatore) in un contesto mondiale comunque non facile. Non è stato sicuramente il governo Monti a salvare il paese e ridurre lo spread.  Quello che ha fatto la differenza è stata la Bce. Del resto lo vedi anche ora: il Btp è ai minimi storici nonostante la crisi politica e il debito pubblico  sempre più alto sia in valore assoluto sia in rapporto al Pil.

Il problema è che la Bce non potrà andar avanti in eterno e prima o poi lo scotto di questa inondazione monetaria si sentirà (strumenti finanziari sopravvalutati, eccessivo rischio assunto per assicurarsi rendimenti decenti, economia che comunque non va …). Negli Usa c’è un Presidente che per quanto criticabile nei modi, ha capito molto meglio dei politici corretti e stantii europei cosa è la priorità: il denominatore del rapporto, vale a dire la crescita economica.

Il vero rischio per l’Italia (e per l’Europa) è proprio la crescita economica, o altrimenti detto il rischio recessione (quella vera, non quella tecnica di cui si è parlato negli scorsi mesi in Italia). La Germania si è fermata, la Gran Bretagna coinvolta con la Brexit ha visto il primo calo di Pil dopo molti anni. I dazi e le guerre commerciali ovviamente non aiutano. Per l’Italia una recessione mondiale sarebbe un colpo molto grave, un colpo che scatenerebbe i peggiori incubi per gli italiani: patrimoniali ma anche un vero rischio sui Btp.

Al momento non c’è da correre a spostare i soldi, per ora basta la Bce. Ma prima o poi anche gli Usa e le economie emergenti rallenteranno. Come abbiamo già più volte ribadito, devi esser pronto in anticipo. Pensa a soluzioni che potrai attivare in poco tempo al momento del bisogno, come il conto in uno stato forte e neutrale. Nella guida trovi tutte le possibilità.

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