Le vendite della nostra guida Conto in Svizzera di fatto segnano, un po’ come l’oro e altri beni rifugio, il polso della situazione delle tensioni globali. In quest’ultimo periodo si sono impennate a causa di una serie di fattori.
Da una parte ci sono le tensioni geopolitche internazionali. Alla guerra in Ucraina si è purtroppo ora aggiunta quella tra Israele e Hamas con evidenti tensioni anzitutto sulle materie prime. In particolare gas e petrolio, consapevoli che un loro aumento porterà ulteriore spinta ai prezzi e quindi all’inflazione. L’Occidente realizza che il mondo si è arricchito ma la ricchezza economica non è cresciuta pari passo con la democrazia come ingenuamente alcuni credevano. Il risultato è che oggi abbiamo dittature, oligarchie e autocrazie che possono dettar legge in molti campi e non sono più così dipendenti da Europa e America. Non è a prescindere una bella prospettiva per il mondo.
Complice anche questa situazione di crisi globale, sono tornate le tensioni sullo spread Bund-Btp che ha superato i 200 punti. Siamo ben lontani dai record del 2011 ma i tassi non sono molto dissimili visto che ai tempi il Bund a 10 anni pagava l’1% mentre oggi viaggi verso il 3%. Lo spread è inferiore quindi ma i tassi che deve pagare lo Stato italiano sono simili. E sono quelli che alla fine contano. Nei prossimi mesi, a partire da venerdì 20 ottobre, l’Italia dovrà affrontare il giudizio delle 4 maggiori agenzie di rating. Ogni variazione negativa sia nel rating ma anche nelle aspettative (outlook) peserà sullo spread e quindi sui conti. E’ soprattutto il giudizio di Moody’s che arriverà a novembre che fa paura. Perché per questa agenzia l’Italia è solo un gradino sopra ai non investment grade e con già un outlook negativo. Una bocciatura sarebbe un campanello di allarme ancora più forte.
Per chi non se ne intende, ricordo che i rating non investment grade comportano che i principali fondi obbligazionari internazionali devono vender i titoli entro 3 mesi. Ora non basta la bocciatura di una sola agenzia di rating ma chiaramente il segnale negativo sarebbe uno shock a cui reagirebbero pesantemente i mercati. Non a caso molte società di gestione già ora attendono uno spread di 250 punti prima di valutare i Btp, una bocciatura aggraverebbe la situazione.
Chiaramente eventuali tensioni sarebbero poi parate dalla BCE ma al costo di ulteriori manovre dello Stato italiano. Italia che ha già sperimentato anche situazioni in cui governi tecnici sono chiamati a far il lavoro sporco. Non crediamo a un’ipotesi così estrema, l’attuale governo si presenta con prudenza sui mercati finanziari. Ma la situazione è pesante complice anche alcuni provvedimenti come i bonus edilizi che sono stati il più grande buco della storia repubblicana.
Il problema è che ancora una volta non dipenderà solo dall’Italia. Perché il rischio è che aumentino le tensioni internazionali con incrementi delle materie prime e tensioni negli scambi commerciali. Tutti fattori che farebbero impennare l’inflazione a cui la Banca Centrale Europea reagirebbe con ulteriori rialzi infischiandosene di generare una recessione economica (già in atto, anche se leggera, in alcuni paesi). E’ insomma una situazione molto negativa in Europa che potrebbe portare alle estreme conseguenze. Le probabilità per ora sono basse ma c’è da dire che negli ultimi tempi tutto ciò che poteva andar male lo ha fatto.
La prudenza non è quindi troppa per aprirsi una porta di sicurezza. Nella guida trovi le procedure da seguire e le banche a cui rivolgerti, sia che tu voglia un semplice deposito, un conto a zero spese, un conto completo con possibilità di investire o una gestione da cliente private.
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