In occasione della pubblicazione dell’aggiornamento 2016 della nostra Guida Conto in Svizzera, riportiamo l’introduzione del libro che, spiega le ragioni per cui aprire un conto all’estero, ma soprattutto in Svizzera.
Il primo motivo che spinge un italiano a cercare sicurezza all’estero è l’incertezza economica e politica del nostro paese, dell’Europa e della sua moneta, l’Euro.
Veniamo da anni di alta volatilità sui mercati finanziari. Termini come spread o default hanno conquistato i primi titoli sui media. Non è il caso di addentrarsi troppo in questioni economiche e finanziarie. E’ chiaro a tutti però che la situazione finanziaria era esplosiva e lo rimane, nonostante i momenti di temporanea quiete dei mercati finanziari (ci riferiamo quanto meno ai mercati obbligazionari, mentre quelli azionari sono sottoposti da tempo a forte volatilità). La situazione di fondo infatti non è cambiata, anzi è pure peggiorata. Se si guardano le previsioni economiche si vedrà come la crescita economica (PIL) stenti a partire. Si può infatti forse dire che è finita la recessione, ossia che si è toccato, per ora, il fondo. Non si però dire che sia in atto una reale ripresa (se ne potrebbe parlare se come negli Usa la crescita fosse sostenuta oltre il 2{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce}). Ad oggi, l’unica novità significativa è l’intervento massiccio della BCE. Ma è un interventismo che crea ricchezza artificiale (immissione di nuova liquidità tramite l’acquisto di titoli di Stato), una sorta di droga che nel medio-lungo periodo potrà persino essere dannosa se non accompagnata da reali riforme sia in ambito nazionale che continentale.
L’intervento della BCE ha di fatto ridotto lo spread tra il Btp e il Bund e quindi i rendimenti dei titoli di stato dei paesi europei in difficoltà. Ma i dati reali restano pesantemente negativi. Il debito pubblico dei paesi europei è aumentato. Il Pil si è ridotto. E soprattutto la fiducia di consumatori e imprenditori è ancora ai minimi storici.
La fiducia è l’elemento essenziale. Chi vuole aprire un conto all’estero non lo fa tanto per evitare un prelievo forzoso sul conto corrente (come nel 1992) o una patrimoniale che potrebbe sicuramente colpire il nostro paese (e in realtà l’imposta di bollo sulle attività finanziarie e le varie tasse sulla casa sono di fatto delle mini-patrimoniali) ma per salvaguardare i risparmi di tutta una vita da un possibile tracollo dell’euro o dei paesi che ne fanno parte, e soprattutto perché non ha più fiducia nei politici locali e nel sistema paese.
I fallimenti di uno Stato non sono una novità, prendiamo il caso Argentina, caso che ha coinvolto diversi risparmiatori italiani. In Argentina si salvò solo chi aveva portato i suoi soldi all’estero. Non si sono salvati neppure coloro che pensavano bastasse avere titoli o valute estere. Infatti gli argentini che avevano conti in dollari americani nelle banche argentine se li sono visti convertire in parità con il pesos: un dollaro per ogni pesos. Ma senza andare troppo lontano, anche i greci hanno visto i loro risparmi andare in fumo e i loro conti bloccati, con lunghe code agli sportelli bancomat per ritirare il massimo giornaliero consentito.
Chi pensa di tutelarsi con conti in multi valuta o investimenti in titoli esteri nelle banche italiane rischia comunque. Perché le banche italiane saranno soggette alle leggi del paese e quando un paese fallisce le leggi sono eccezionali e straordinarie. Inutile appellarsi all’equità o alla giustizia. In emergenza non si guarda in faccia a nessuno e saltano i normali principi democratici. A maggior ragione in un paese come l’Italia che già oggi, come in passato, non dimostra grandi doti di equità e giustizia.
Certamente si potrebbe obiettare che lo scenario fallimento e crollo dell’Euro è uno scenario estremo. E ne siamo convinti anche noi. Esistono però anche scenari intermedi (di fatto quello che è successo in Grecia o a Cipro) e in questo caso (augurandoci che non si verifichi nemmeno il meno pessimista) risulta evidente che non tutte le banche e/o Paesi sovrani sono uguali e ne esistono alcuni a un gradino più basso e altri a un gradino più alto.
Chi vive in paesi che stanno un gradino più in basso ne sta già pagando lo scotto in termini di tasse, possibilità lavorative, prospettive pensionistiche etc. E il futuro è ancora più incerto.
Si aggiunge ora anche l’incertezza sulle banche italiane, messa in evidenza lo scorso novembre dal fallimento pilotato di quattro banche (fallimento che ha colpito molti clienti possessori di azioni e obbligazioni subordinate vendute tranquillamente allo sportello) e dall’introduzione del cosiddetto bail in. Abbiamo dedicato un paragrafo apposito a questo tema, per evidenziare le differenze fra il sistema di tutela italiano e quello svizzero, di gran lunga più sicuro ed affidabile. Non c’è infatti bisogno di dire che il fondo di garanzia svizzero è più affidabile grazie al sistema paese (il fondo italiano non potrebbe far fronte nemmeno alla crisi di una banca media). Ma lo è ancora di più perché il fondo svizzero dispone in anticipo della liquidità per intervenire (mentre quello italiano è vuoto, le altre banche versano i capitali richiesti solo a crisi conclamata) e può farlo liberamente, tutelando anche correntisti (oltre i famosi 100.000 euro) e obbligazionisti. Le banche svizzere di fatto ti consentono una diversificazione completa del rischio, sia del rischio paese che del rischio banca.
Per tali ragioni riteniamo fondamentale avere un conto fuori dall’Italia, e anche fuori dai paesi dell’Unione Europea. E avere la possibilità con un click di spostare il patrimonio su quel conto o di cambiare valuta (per esempio passare dall’euro al franco svizzero).
In tal modo in uno, massimo due giorni, potrai portare al sicuro i tuoi risparmi. Occorre chiaramente fare attenzione ed essere pronto ad anticipare gli eventi. Meglio un falso allarme che farsi cogliere impreparati. Perché nel momento in cui gli eventi precipitassero, la tua banca o l’intero paese potrebbero entrare in crisi. Da un giorno all’altro il tuo conto bancario potrebbe essere bloccato e non sarai più padrone dei tuoi soldi.
Gli italiani che arrivano in Svizzera ripetono sempre le stesse motivazioni: stanchezza e sfiducia verso un paese in cui anche i più paradossali sprechi e malcostumi non si riescono a cambiare. E a pensarla così sono in tanti. Fino a giugno 2011, prima dell’acuirsi della crisi, gli italiani avevano spostato dalle banche italiane verso l’estero 23, 4 miliardi di euro (fonte Banca Italia). Oggi siamo vicini agli 80 miliardi. Non a caso ben il 74{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} delle persone che ha aderito alla recente Voluntary Disclosure, ha comunque preferito lasciare i suoi soldi in Svizzera.
Da notare che questi sono i flussi monitorati spostati tramite i consueti canali bancari, stiamo quindi parlando di soldi legali esportati regolarmente da comuni lavoratori e imprenditori italiani. E a questi ultimi che ci rivolgiamo con questa guida.
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Perché la Svizzera?
Abbiamo visto perché è opportuno detenere un conto all’estero, meglio in un paese al di fuori dell’Unione Europea. Ma perché proprio la Svizzera? Qualche motivo, legato all’affidabilità del sistema svizzero lo abbiamo già indicato.
In generale le principali ragioni sono:
- È vicina e facilmente raggiungibile
- E’ possibile parlare in Italiano e capire cosa si firma
- La Svizzera è una piazza finanziaria di primo ordine. Si possono aprire conti in tutte le principali valute. Lo stesso franco svizzero è una delle monete più solide e sicure al mondo. Si può anche facilmente acquistare oro o argento fisico o investire nei principali strumenti finanziari
Ma tutti questi motivi, sebbene importanti, sono secondari rispetto ad una ragione già rappresentata: la solidità e l’affidabilità del Paese e del suo sistema bancario. Una solidità secolare e riconosciuta in tutto il mondo.
Quello che oggi ti può sembrare impossibile non lo è! Del resto se 10 anni fa ti avessero detto che i cittadini greci avrebbero perso i loro risparmi ci avresti creduto? Avresti mai pensato che i titoli di stato potessero rendere meno di zero? E solo fino a qualche mese fa (prima del fallimento di Etruria, Banca Marche etc.) cosa avresti risposto a chi sosteneva che le banche italiane erano a rischio? Prevenire è meglio che curare, non solo in campo medico ma anche in finanza!
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Ringrazio per la possibilità di chattare con Voi. Avrei una domanda da sottoporVi, e cioè se vi sono banche Svizzere con filiale in Italia (e nel Veneto in particolare) ove si possa aprire un conto corrente da trasferire poi in Svizzera. Grazie
no, le banche svizzere con sede in Italia sono soggette alla vigilanza di Banca Italia e rispondono alle regole italiane. Non possono trasferire i conti in Svizzera. Nella guida trova una ventina di banche svizzere consigliate, suddivise in base alle esigenze.