In un contesto di incertezza economica e geopolitica globale, il franco svizzero conferma ancora una volta il suo ruolo di valuta rifugio. Nonostante i recenti tagli ai tassi di interesse da parte della Banca Nazionale Svizzera (BNS), la moneta elvetica continua ad attrarre gli investitori in cerca di stabilità. Lo riporta un articolo del Sole 24 Ore che analizza le politiche della banca centrale elvetica.
Nell’ultimo anno, il rapporto euro/franco ha mostrato significative fluttuazioni. Dopo aver toccato un minimo di 0,92 franchi per euro, la moneta unica europea aveva recuperato terreno avvicinandosi alla parità. Tuttavia, le recenti turbolenze nei mercati hanno riportato il cambio a livelli più bassi, oscillando tra 0,92 e 0,94 franchi per euro. Una dinamica simile si è osservata nel rapporto dollaro USA/franco, con la valuta americana che, dopo un periodo di relativo rafforzamento, è tornata a indebolirsi contro il franco.
Questa forza della valuta elvetica presenta un duplice aspetto per l’economia svizzera. Da un lato, riflette la solidità e l’affidabilità del sistema finanziario ed economico del paese. Dall’altro, pone sfide significative per il settore delle esportazioni, rendendo i prodotti svizzeri più costosi sui mercati internazionali.
La BNS si trova quindi di fronte a un delicato equilibrio. Dopo aver abbandonato la politica dei tassi negativi e degli interventi sul mercato valutario per contrastare l’inflazione nel 2022, l’istituto centrale ha recentemente invertito la rotta. Con l’inflazione in calo (1,3% a luglio 2023 rispetto al picco del 3,5% nell’agosto 2022), la BNS ha ridotto il tasso di riferimento dall’1,75% all’1,25% in due fasi.
Questi tagli miravano a rendere il franco meno attraente per gli investitori e a sostenere la competitività delle esportazioni svizzere. Tuttavia, l’effetto desiderato non si è ancora pienamente materializzato, dato che il franco rimane vicino ai suoi massimi storici contro le principali valute.
La situazione pone interrogativi sul futuro corso d’azione della BNS. Con l’inflazione ormai sotto controllo e rientrata nell’obiettivo del 0-2% annuo, la banca centrale potrebbe considerare ulteriori interventi per frenare l’apprezzamento del franco. Questi potrebbero includere nuovi tagli ai tassi di interesse o persino un ritorno a forme di intervento diretto sul mercato valutario.
Mentre il franco svizzero continua a rappresentare un porto sicuro per gli investitori globali, le autorità elvetiche devono bilanciare attentamente la stabilità finanziaria con le esigenze dell’economia reale, in particolare del settore delle esportazioni. L’evoluzione di questa dinamica nei prossimi mesi sarà cruciale per l’economia svizzera e potrebbe avere ripercussioni significative sui mercati finanziari internazionali.
Conto corrente in franchi svizzeri
Nella nostra guida Conto in Svizzera descriviamo i conti correnti delle principali banche svizzere e spesso noterai che puoi scegliere tra conto in euro o franchi svizzeri e in alcuni casi conti multivaluta che ti permettono di passar a una valuta all’altra. Conviene aver quindi conti in franchi svizzeri ora? Primo punto di attenzione è evitare, almeno al momento, di superar le soglie che fanno scattare la tassazione sui guadagni sul cambio. Evitando questo puoi anche decidere per un conto in franchi per magari speculare sui guadagni della moneta elvetica. Ma un conto in Svizzera dovrebbe esser aperto soprattutto per una questione di sicurezza prima che di guadagno. Pertanto non farti guidare dalla speculazione nella scelta. Può invece sicuramente esser opportuno aver sia un conto in euro che in franchi svizzeri per sfruttare situazioni di turbolenza che colpiscano l’euro e l’UE. Ma appunto più per motivi di sicurezza.