Dopo l’intervista al CEO di UBS, dedichiamo un articolo al Credit Suisse, l’altro colosso bancario svizzero
La cura dimagrante messa in atto dal CEO di Credit Suisse Tidjane Thiam ha dato i suoi risultati nel secondo trimestre del 2017. La seconda banca svizzera tra aprile e giugno ha generato un utile netto di 303 milioni, equivalente ad una progressione del 78{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso; l’utile ante imposte per contro è quasi triplicato a 582 milioni di franchi. Come ha sottolineato Thiam ieri a Zurigo, il risultato è stato ottenuto, in modo non evidente, sia grazie ad un aumento dei ricavi che ad una riduzione dei costi.
«La vera sorpresa è la forte diminuzione dei costi, che sono scesi dell’8{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} a 4,74 miliardi (in particolare sono scesi gli stipendi, i bonus, le spese generali e amministrative). Entro la fine del 2017 prevediamo un’ulteriore riduzione di 300 milioni, e un taglio di 1,5 miliardi per il 2018». Credit Suisse è ormai giunta a metà nell’attuazione del suo piano strategico, e ieri ha confermato l’obiettivo di contrazione dei costi sotto i 17 miliardi di franchi entro il 2018. A livello globale, da gennaio la banca ha tagliato 940 posti di lavoro, mentre il totale degli effettivi a fine giugno era di 46.230 collaboratori. I ricavi da parte loro sono cresciuti del 2{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} a 5,21 miliardi di franchi, un aumento contenuto e atteso dagli operatori.
La divisione più redditizia è risultata essere proprio quella svizzera (che fino ad aprile di quest’anno si pensava sarebbe stata portata in Borsa) con un utile ante imposte che è cresciuto dell’11{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} a 502 milioni di franchi. In particolare, come ha sottolineato il CEO di Credit Suisse Svizzera Thomas Gottstein a margine della conferenza, ha mostrato una grande solidità il settore della clientela aziendale, soprattutto nell’investment banking. La banca ha potuto partecipare a transazioni miliardarie come quelle che hanno visto coinvolte Syngenta, Actelion, Lonza e Galenica. La divisione svizzera ha dato ottimi risultati anche per quanto riguarda la gestione patrimoniale, che ha realizzato un utile ante imposte di 365 milioni di franchi, in progressione del 50{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} circa.
Gli asset in gestione dei clienti facoltosi di tutto il mondo sono cresciuti di 22,8 miliardi, cioè, ha sottolineato Thiam, «il miglior risultato degli ultimi sei anni. La scelta di focalizzarci sulla gestione patrimoniale sta dando i suoi frutti» – ha aggiunto. In totale gli averi in gestione a giugno ammontavano a 1.307,3 miliardi di franchi. Per quanto riguarda il capitale, alla fine del secondo trimestre il tasso di fondi propri ha raggiunto il 13,3{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} (contro l’11,7{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} del primo trimestre).
Gli operatori hanno premiato ieri i dati pubblicati, nonostante la redditività sia stata inferiore a quella riportata da UBS (che ha egualmente pubblicato i trimestrali ieri). Il titolo ha infatti chiuso con il +3,14{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} a 15,13 franchi. «Ciò che è piaciuto al mercato – continua Venditti – è il grosso miglioramento sul fronte dei costi, che ha colto parzialmente di sorpresa e lascia sperare in una maggiore redditività futura. È anche vero, facendo il paragone con UBS, che la prima banca elvetica è stata penalizzata da una diminuzione delle quote di fondi propri, a causa di una riclassificazione degli asset rischiosi imposta dalla Finma. Credit Suisse ha per contro dichiarato che i suoi bilanci non dovrebbero subire un impatto altrettanto rilevante, ma oggi è ancora troppo presto per tirare una conclusione in questo senso». Per quanto riguarda i prossimi sei mesi, Thiam è stato vago, dicendo che «siamo solo a metà del piano triennali, rimane ancora molto da fare sul piano dei costi»
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