A beneficio dei lettori in questo articolo riportiamo un’intervista del CEO di UBS apparsa sul Corriere del Ticino. Seguirà analogo articolo su Credit Suisse. L’analisi dei dati semestrali delle due principali banche svizzere consente di confermare l’affidabilità e la solidità del sistema bancario svizzero.
I dati del primo semestre 2017 di UBS mostrano un notevole aumento dell’utile. Come giudica nel complesso l’andamento della banca?
«Ritengo che i risultati del primo semestre siano ottimi. Se guardo all’espansione dell’utile netto destinato agli azionisti del 40{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} e a come è stato ottenuto qualitativamente, sono molto soddisfatto. In particolare sono positivi la crescita delle commissioni sulle transazioni e l’aumento dei volumi creditizi nel Wealth management. Stiamo beneficiando anche dell’aumento dei tassi negli Stati Uniti, il che compensa la negatività che abbiamo sul fronte dell’euro-franco. Insomma, nel complesso sono molto contento, anche perché abbiamo dimostrato che anche con condizioni di mercato diverse riusciamo ad ottenere buoni risultati».
Il titolo UBS in Borsa questa mattina è un po’ in calo. Come spiegare questo movimento? Alcuni analisti fanno notare che la quota di fondi propri rispetto al totale di bilancio sia in calo.
«Francamente io credo che si tratti solo di un assestamento. Se guardo alla performance del titolo rispetto ai concorrenti dal giorno in cui ha annunciato i risultati JP Morgan, ossia qualche settimana fa, siamo perfettamente in linea col mercato, se non leggermente meglio. Per questo credo che quello che sta avvenendo oggi sia solo un assestamento. Infatti il nostro capitale proprio è aumentato di 600 milioni di franchi a 32 miliardi. Il ratio rispetto al totale di bilancio è calato solo per via dell’introduzione di moltiplicatori regolamentari, ma non credo assolutamente che ci siano timori su questo aspetto da parte degli operatori. Infatti oggi anche altri titoli bancari sono in calo. Credo che la flessione derivi dal fatto che alcuni investitori orientati al corto termine si stanno spostando su altri titoli. Non lo trovo strutturale né fondamentale».
Da quando lei è stato nominato CEO di UBS nel 2011, uno dei suoi obiettivi principali è stato quello di ridurre il livello di rischi di UBS. Come valuta la situazione attuale a questo livello?
«Se guardo alle cifre, dieci anni fa avevamo 2.400 miliardi di somma di bilancio, oggi 860 miliardi. Abbiamo ridotto i rischi ponderati di più della metà, abbiamo aumentato il capitale di almeno due volte e oggi abbiamo una capacità di assorbire perdite fino a 74 miliardi di franchi. Ritengo quindi che siamo ben posizionati. L’altro indicatore che è importante guardare è il nostro spread sui CDS (credit default swap, ossia uno swap che ha la funzione di trasferire il rischio di credito, n.d.r.), che assieme a quello di JP Morgan è uno dei più bassi al mondo. Quindi i nostri investitori giudicano la solidità di UBS al top a livello globale ».
Come sta andando l’attività in Ticino? Negli ultimi tempi alcuni istituti hanno chiuso alcuni sportelli, dato che molti clienti preferiscono svolgere le loro operazioni tramite Internet.
«La situazione in Ticino non è diversa da quella del resto della Svizzera. Se guardiamo alla contrazione del settore bancario nel nostro Paese negli ultimi dieci anni, vediamo la stessa tendenza anche in Ticino. Trent’anni fa il 95{cfaa4a40fd1a60bc21675abdbe42038c1fd85cb1b875307fe9a29967d6ec50ce} delle persone che andava in banca faceva una transazione in contante. Oggi è esattamente il contrario. La gente sempre di più usa la banca fisica per motivi diversi dall’uso del contante. Lo sportello continuerà ad essere un elemento importante, ma questo sta cambiando per l’abitudine e la volontà dei clienti di interagire in maniera più efficace con la banca. È un trend destinato a convergere verso la situazione del nord E u r o p a , dove l’uso dei canali digitali è molto più pronunciato rispetto al sud Europa. Noi in Svizzera ci troviamo a metà strada fra queste due realtà. Il trend continuerà, ma non si tratta di un big bang e non credo che si arriverà alla chiusura di decine e decine di filiali. Sarà l’attitudine del cliente a dettare la velocità del cambiamento».
In Svizzera ormai il settore bancario si è adattato alla fine del segreto bancario per i clienti esteri. Come giudica adesso la posizione della piazza finanziaria elvetica nel confronto internazionale? Siamo ancora competitivi?
«La competitività resta buona. Se guardiamo a quanto successo in questi anni abbiamo dimostrato che la forza della piazza svizzera non risiedeva solo nel segreto bancario, ma anche nella professionalità e nelle competenze, che oggi chiaramente diventano sempre più importanti per poter competere a livello globale. È chiaro che i trend sono cambiati, se li confrontiamo con quanto succedeva dieci o venti anni fa. L’Asia sta crescendo moltissimo, tanto che all’interno di UBS negli ultimi 12 mesi è stata la seconda area per importanza, dopo l’America, nel creare utili nel settore del Wealth management. L’Europa e la Svizzera invece stanno perdendo terreno. Per UBS la situazione della Svizzera comunque viene bilanciata dagli affari che ha in altri Paesi. Ma i veri giochi si faranno ancora in Europa e la piazza finanziaria che ci farà più concorrenza nei prossimi cinque o dieci anni sarà Londra, che ha tutti gli atout per avere successo. Per questo tengo sempre a richiamare all’attenzione del mondo politico elvetico l’importanza di mantenere elevata la competitività della Svizzera ».
Con un’esperienza di oltre 150 anni, UBS è la banca più grande e importante in Svizzera ed è presente nei maggiori centri finanziari mondiali. E’ ovviamente una delle banche selezionate nella nostra guida. Nella guida Conto in Svizzera troverai, oltre che tutti i dettagli per aprire un conto corrente in Svizzera, la selezione delle migliori banche svizzere divise per categoria ed esigenza. Per ognuna sono riportati prodotti, costi, procedura di apertura, possibili limiti o costi per gli italiani, opinioni dei nostri clienti-lettori.